BIOPSIA PROSTATICA TRANSRETTALE

La biopsia della prostata è un atto diagnostico che si rende opportuno nei pazienti con sospetta neoformazione della prostata. Il sospetto clinico può essere basato sulla presenza di valori di PSA (Antigene Prostatico Specifico) aumentati o in progressiva crescita e/o sul riscontro all'esplorazione rettale di un reperto sospetto. Una precedente biopsia con riscontro di PIN di alto grado e/o ASAP può costituire un'indicazione alla ripetizione della biopsia prostatica.

Tale procedura consente di prelevare una serie di frustoli prostatici sotto guida ecografica transrettale che vengono successivamente inviati all'anatomo-patologo per l'osservazione microscopica e la formulazione di una diagnosi sotto forma di referto (esame istologico bioptico).

Il paziente viene posto in posizione supina con le gambe sollevate. La prima fase della procedura prevede l'introduzione di una sonda ecografica nel retto per visualizzare la prostata, le vescichette seminali e la vescica. L'immagine ecografica della prostata consente di misurare il volume della ghiandola, di valutare l'eventuale presenza di aree sospette visibili e di guidare l'ago bioptico nelle diverse zone da cui si vuole ottenere un prelievo.

La procedura viene eseguita in anestesia locale tramite gel anestetico posizionato nel retto o tramite infiltrazione periprostatica di anestetico. Il prelievo bioptico viene eseguito con l'utilizzo di un ago a scatto. La sonda ecografia consente di vedere in ogni momento le aree della ghiandola che vengono raggiunte dall'ago da biopsia. Vengono quindi prelevati frustoli a livello delle diverse aree prostatiche, quali l'apice, la zona media e la base della prostata, la zona laterale ed eventualmente la zona di transizione. Il numero di prelievi da effettuare varia in funzione di diversi fattori quali il volume della ghiandola

prostatica, precedenti biopsie, il sospetto clinico all'esplorazione rettale. In genere il numero minimo di prelievi è pari a 8. I prelievi verranno effettuati “a random” nell'ambito di tutta la ghiandola prostatica.

La tecnica ecoguidata consente in genere di ottenere prelievi nelle sedi volute ed in quantità sufficiente a porre la diagnosi. Come tutte le procedure diagnostiche anche la biopsia prostatica è gravata da falsi negativi, cioè la possibilità di non ottenere una diagnosi istologica di tumore anche in presenza dello stesso. Ciò può avvenire per diversi fattori (tumori di minime dimensioni, difficoltà tecniche ad eseguire il prelievo, diagnosi anatomo-patologica incerta). Nei casi negativi lo specialista deciderà se e quando ripetere l'esame in base alla situazione clinica.

La durata complessiva della procedura è inferiore a 30 minuti. Durante la procedura, il paziente può avvertire moderato dolore nella sede dei prelievi nonostante l'esecuzione dell'anestesia locale. Raramente si può verificare una lieve e transitoria diminuzione della pressione arteriosa con comparsa di sudorazione e sensazione di svenimento. È rara la comparsa di reazioni allergiche all'anestetico locale.

Al termine della procedura, una rara complicanza può essere rappresentata dall'incapacità di urinare e svuotare spontaneamente la vescica. In tale caso si renderà necessario l'applicazione di un catetere vescicale che potrà essere tenuto in sede per qualche giorno fino alla risoluzione della sintomatologia.

Per alcuni giorni o al massimo poche settimane dopo la biopsia è possibile assistere alla perdita di sangue nelle urine (ematuria), nel liquido seminale (emospermia) o dal retto (rettorragia). Tali rare evenienze sono molto più frequenti e gravi nei pazienti che assumono farmaci che interferiscono sulla coagulazione (anticoagulanti ed antiaggreganti). Per tale motivo è indispensabile sospendere questi farmaci prima dell'esecuzione della biopsia secondo accordi presi con il proprio curante e valutare l'assunzione di una terapia sostitutiva.

Per ridurre al minimo il rischio di infezioni è opportuno assumere il giorno dell'esame, quello prima e alcuni giorni dopo un antibiotico. Inoltre, per rendere meno fastidiosa la procedura e per ridurre il rischio di infezioni, la preparazione alla biopsia prevede l'esecuzione di un clistere per pulire il retto.





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