L’uretrite, o infiammazione dell’uretra, nel sesso maschile, è caratterizzata da secrezione uretrale ovvero emissione di piccole gocciole dal meato uretrale esterno (sommità del pene) e/o sintomi uretrali quali disuria (dolore/bruciore ad urinare) o prurito uretrale, in taluni casi può anche essere asintomatica.
L’uretrite è causata principalmente da patogeni trasmessi per via
sessuale. La diagnosi di uretrite
si ottiene
generalmente utilizzando un tampone uretrale ed è confermata dalla dimostrazione di un numero in
eccesso di globuli bianchi nell’uretra anteriore, è possibile utilizzare anche un
campione di urina del primo mitto.
In molti uomini con
uretrite non si ottiene l’isolamento di un patogeno noto e fino ad un terzo degli uomini
con infezione non ha un incremento dei globuli bianchi.
EZIOLOGIA
Se la microscopia è disponibile, la diagnosi di uretrite può essere confermata dalla dimostrazione di globuli bianchi nell’uretra anteriore. Altrimenti si può utilizzare un tampone con estremità di cotone o con un'ansa terminale di plastica di 5 mm che deve essere introdotto per circa 0.5 cm nell'uretra. La ricerca dell'esterasi leucocitaria sul primo mitto è un test poco affidabile che non trova utilità nella pratica clinica per la diagnosi di uretrite.
In caso di secrezione uretrale franca, lo striscio uretrale è la scelta migliore
rispetto al campione di urina del primo mitto; esso permetterà di verificare la
presenza di diplococchi e di altri batteri e nella maggior parte dei casi
confermerà l'eccesso di globuli bianchi. T. vaginalis è ben visibile all'esame microscopico a
fresco. Non è noto quale sia l'intervallo di tempo ottimale per garantire
una diagnosi certa in un maschio sintomatico. Per convenzione è preferibile un
intervallo di 2-4 ore dall'ultima minzione.
Tutti i pazienti valutati dovrebbero essere testati per la ricerca di N. gonorrhoeae
mediante esame colturale dell'essudato uretrale, C. trachomatis dovrebbe essere ricercata in tutti i pazienti con uretrite.
TRATTAMENTO
Il trattamento dovrebbe essere iniziato non appena è posta diagnosi di uretrite, senza attendere i risultati dei test per Chlamydia e degli esami colturali per gonococco. Il trattamento dovrebbe essere prescritto a tutti i pazienti sintomatici anche se l'esame microscopico risulta non diagnostico.
Nel caso in cui la microscopia non sia disponibile o i risultati non siano affidabili, la
gestione dovrebbe essere mirata ai sintomi, con trattamenti attivi sia nei confronti di C.
trachomatis che di N. gonorrhoeae e, in aree ad alta prevalenza, di T. vaginalis. Il trattamento per N. gonorrhoeae dovrebbe
essere adottato routinariamente solo in caso di presenza di secrezioni uretrali, in quanto
la gonorrea è rara nel maschio in assenza di secrezioni uretrali.
Stabilire l'efficacia del trattamento risulta spesso problematico perché nella maggioranza dei casi non è possibile identificare l'agente patogeno e, comunque, il processo infiammatorio può non rispecchiare una infezione persistente. È importante notare che l'essudato infiammatorio può persistere per un tempo variabile, anche quando l'organismo imputato è stato eliminato.
La venereofobia è una classica causa di secrezione uretrale indotta dalla regolare spremitura uretrale: in questo caso l'assenza di PML nell'essudato uretrale o nel campione di urina del primo mitto deve scoraggiare dal prescrivere ripetuti trattamenti antibiotici.
Tetracicline e azitromicina sono generalmente efficaci contro C. trachomatis sebbene siano stati riportati casi sporadici di fallimento terapeutico con le tetracicline.