TUMORECTOMIA RENALE

L'intervento proposto viene eseguito usualmente in caso di tumore renale maligno o sospetto tale di piccole dimensioni e se possibile in casi selezionati in cui sia assolutamente necessario preservare il rene (rene unico, insufficienza renale cronica).

La degenza è di circa 5-8 giorni salvo complicazioni. L’intervento viene condotto in anestesia generale e dura circa 2-3 ore, può essere effettuato a giudizio del chirurgo con la tecnica classica a “cielo aperto” (OPEN), che prevede di solito un'incisione sul fianco (con eventuale asportazione di una costa), oppure può essere effettuato con la tecnica laparoscopica. La tecnica laparoscopica è resa possibile da una telecamera, che proietta l'immagine del campo operatorio su un monitor, e da particolari strumenti, lunghi e sottili, che passano all'interno di piccole cannule del diametro di 5 e 10 mm, inseriti nell'addome attraverso piccoli fori dello stesso diametro. Il rene viene estratto intatto in un sacchetto, attraverso una piccola incisione della parete addominale. E’ sempre possibile che per motivi anestesiologici o per necessità tecniche sia necessaria una conversione dell’intervento da laparoscopico a “cielo aperto” (Open).

L'intervento consiste nell'asportazione del solo tumore e del grasso che lo circonda, risparmiando il rene sano circostante. E’ sempre possibile che per questioni anatomiche, oncologiche o di complicanze emorragiche intraoperatorie si renda necessaria l’asportazione del rene (nefrectomia).

Al termine dell’intervento viene posizionato un drenaggio addominale e un catetere vescicale che verranno rimossi dopo alcuni giorni. In alcuni pazienti si rende necessaria, causa una discreta perdita di sangue, la somministrazione di emotrasfusioni sia durante, che nei giorni successivi all'intervento. Tra la 5a e la 10a giornata verranno rimossi i punti di sutura. Il dolore postoperatorio viene controllato con opportuna terapia antalgica gestita dall’anestesista.

Le possibili complicanze di questo intervento sono rappresentate da: emorragia intra o post-operatoria (può essere richiesta una nefrectomia nel corso dello stesso intervento o, in caso di sanguinamento post-operatorio può rendersi necessaria un'embolizzazione con tecnica angiografica o reintervento), fistola urinosa (di solito a risoluzione spontanea o con l’ausilio di stent ureterali), ritardo di guarigione della ferita, lombocele, parestesie (dovute all'incisione dei nervi), diminuzione della funzionalità renale in caso di rene unico o di neoformazioni voluminose e complesse, trombosi venosa profonda ed embolia polmonare (per prevenirle si eseguono delle punture di eparina, si utilizzano calze elastiche e il paziente è invitato a mobilizzarsi precocemente).

La mortalità operatoria è eccezionale e le cause più frequenti sono l'infarto miocardico acuto e l'embolia polmonare.

Dopo la dimissione dall’Ospedale, Lei dovrà evitare sforzi fisici intensi, come sollevare pesi o simili per un paio di mesi.


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