La scintigrafia renale è un esame diagnostico adoperato per valutare la funzionalità renale, la morfologia del rene e la sua perfusione. Essa viene realizzata per: identificare patologie congenite, controllare la presenza di danni ai reni dopo un trauma, diagnosticare la pielonefrite o la patologia renale cistica o l’idronefrosi compresa la malattia del giunto.
Esistono due tipi di scintigrafia renale: sequenziale e statica, l’una o l’altra viene decisa in base a ciò che si vuol valutare e la differenza sostanziale che le caratterizza è il diverso tipo di radio farmaco utilizzato.
Preparazione esame
La scintigrafia renale non richiede una particolare preparazione del paziente ed è
solo prescritto di bere mezzo litro d’acqua prima dell’esame in modo
da essere ben idratati.
Prima di effettuare l’analisi, al paziente viene somministrato il radio farmaco
per via endovenosa e passate circa 2/6 ore si inizierà l’esame.
La scintigrafia renale consiste nelle acquisizioni delle immagini dei reni che
possono essere ottenute sia adagiando il paziente su di un lettino, sia con il
soggetto in piedi. Le dosi delle radiazioni utilizzate sono
molto basse e inferiori a quelle utilizzate negli esami radiologici.
L’esame è del tutto indolore, l’unico fastidio a cui è sottoposto il paziente è
l’iniezione per la somministrazione del radio farmaco.
La scintigrafia renale ha una durata media di 15 minuti ed utilizzando delle
dosi di radiazioni molto basse. Non essendo un esame invasivo può essere
ripetuto anche a intervalli brevi di tempo.
Controindicazioni
L’unico effetto collaterale della scintigrafia renale riscontrato è la
possibilità di una reazione allergica al radio farmaco, anche se il rischio che
ciò avvenga è minimo.
Comunque dopo l’esame è consigliabile bere almeno 2/3 bicchieri d’acqua per
accelerare la rimozione del tracciante.
Inoltre, è meglio evitare di assumere farmaci Ace-inibitori e il mannitolo
perché possono influire negativamente sulla ricezione del radio composto.