Urodinamica questa sconosciuta....
Chi per la prima volta sente prescriversi l'esame urodinamico rimane tra il confuso e lo spaventato. La confusione spesso deriva da una rapida spiegazione dell'urologo dove le uniche parole che si percepiscono sono "cateteri" e "sondini", il passo successivo è che il paziente cerca su internet e trova le parole "invasivo" oppure "vescica neurologica" creando così dietro a questo esame
un alone di mistero e spavento.
Ma cos'è e a cosa serve quest'esame? Non è facile spiegarlo ma cercherò di farlo con piccoli esempi...
La vescica si può paragonare ad un palloncino dove al posto dell'aria ovviamente risiede l'urina. Quando la vescica è piena come un palloncino si svuota per effetto della sua elasticità ma anche della compressione muscolare e degli impulsi nervosi che gli impongono di svuotare.
In un palloncino cosa potete misurare? Le misure esterne con un centimetro, il volume se lo riempite di acqua e volendo la velocità di svuotamento con un cronometro alla mano. Siete stati bravi ma ora paragoniamolo alla vescica e diciamo che attraverso una ecografo e un raccoglitore di urine possiamo fare la stessa cosa.
Benissimo ma si può dire di aver valutato tutto? Da urologo devo rispondere di no o quanto meno queste misurazioni vanno bene nella maggior parte dei pazienti ma non per tutti. Esiste una categoria di pazienti in cui la sensibilità della vescica (sensazioni di riempimento avvertite dal paziente), la capacità di adeguarsi al contenuto di urine, l'elasticità e la capacità di contrarsi vengono meno ed è qui che entra in gioco l'esame urodinamico.
Ma quindi a cosa serve? Serve a valutare lo stato FUNZIONALE della vescica ovvero la capacità di contrarsi, di riempirsi, di funzionare sotto volontà del paziente o talvolta involontariamente.
Affascinante vero? Ma questo diventa possibile in che maniera? E' proprio qui che entrano in gioco i famosi cateteri e sondini. Diciamo che il minimo necessario per eseguire un esame urodinamico è il posizionamento di un catetere vescicale di pochi millimetri di diametro, tale catetere permette il riempimento della vescica ma contemporaneamente permette di registrare le pressioni in vescica. In aggiunta si può inserire un sondino nel retto che permette di togliere dalla pressione vescicale quella esercitata dall'addome, se noi spingessimo con la pancia (tipo per fare la pancia dura) la vescica aumenterebbe di pressione ma non per caratteristiche proprie della vescica e questo potrebbe portare in errore la registrazione.
Tutto qui? Più o meno, manca solo una pesa che registra la quantità di liquido che esce durante la minzione e lo quantizza nel tempo.
Tutte queste registrazioni valutate dall'urologo portano alla stesura del referto dell'esame urodinamico ovvero una valutazione funzionale del basso apparato urinario.
Ma cos'è e a cosa serve quest'esame? Non è facile spiegarlo ma cercherò di farlo con piccoli esempi...
La vescica si può paragonare ad un palloncino dove al posto dell'aria ovviamente risiede l'urina. Quando la vescica è piena come un palloncino si svuota per effetto della sua elasticità ma anche della compressione muscolare e degli impulsi nervosi che gli impongono di svuotare.
In un palloncino cosa potete misurare? Le misure esterne con un centimetro, il volume se lo riempite di acqua e volendo la velocità di svuotamento con un cronometro alla mano. Siete stati bravi ma ora paragoniamolo alla vescica e diciamo che attraverso una ecografo e un raccoglitore di urine possiamo fare la stessa cosa.
Benissimo ma si può dire di aver valutato tutto? Da urologo devo rispondere di no o quanto meno queste misurazioni vanno bene nella maggior parte dei pazienti ma non per tutti. Esiste una categoria di pazienti in cui la sensibilità della vescica (sensazioni di riempimento avvertite dal paziente), la capacità di adeguarsi al contenuto di urine, l'elasticità e la capacità di contrarsi vengono meno ed è qui che entra in gioco l'esame urodinamico.
Ma quindi a cosa serve? Serve a valutare lo stato FUNZIONALE della vescica ovvero la capacità di contrarsi, di riempirsi, di funzionare sotto volontà del paziente o talvolta involontariamente.
Affascinante vero? Ma questo diventa possibile in che maniera? E' proprio qui che entrano in gioco i famosi cateteri e sondini. Diciamo che il minimo necessario per eseguire un esame urodinamico è il posizionamento di un catetere vescicale di pochi millimetri di diametro, tale catetere permette il riempimento della vescica ma contemporaneamente permette di registrare le pressioni in vescica. In aggiunta si può inserire un sondino nel retto che permette di togliere dalla pressione vescicale quella esercitata dall'addome, se noi spingessimo con la pancia (tipo per fare la pancia dura) la vescica aumenterebbe di pressione ma non per caratteristiche proprie della vescica e questo potrebbe portare in errore la registrazione.
Tutto qui? Più o meno, manca solo una pesa che registra la quantità di liquido che esce durante la minzione e lo quantizza nel tempo.
Tutte queste registrazioni valutate dall'urologo portano alla stesura del referto dell'esame urodinamico ovvero una valutazione funzionale del basso apparato urinario.